giovedì 3 maggio 2012

Kitty Weichherz


C’era una volta il diario. A volte un papà ne teneva uno per scrivere tutto quello che riguardava la figlioletta. Nel diario, scritto in bella calligrafia, di solito  egli riportava tutto quello che d’importante riguardasse la bambina. Un tale padre fu Bela Weichherz.  Anzi le sue premure di padre iniziarono con i primi sintomi della gravidanza della moglie nel marzo del 1929 e durarono otto settimane. Rappresentante per la Philips, lui e la moglie Esti vivevano a Bratislava mente la famiglia  abitava a Cadca.  Il primo dicembre 1929 nacque Kitty e, Bela Weichherz dalla nascita alla deportazione della bambina tenne un diario. La piccola imparò  quattro lingue, Tedesco, Slovacco, Ungherese e Ceco. Con l’occupazione tedesca, una città come Bratislava fu colpita da propaganda anti-semita. La piccola Kitty dovette abbandonare la scuola pubblica per frequentarne una per Ebrei. Quando la  Slovacchia fu occupata Bela perse il lavoro e dovette ritornare a Cadca e nella città dei nonni paterni Kitty continuò gli studi, ovviamente in una scuola ebraica. Nel 1941 anche  gli ebrei di  quella zona furono arrestati e Bela fu  mandato ai lavori forzati. Ebbe la possibilità di ottenere un permesso di lavoro per la compagnia Rudolf Vaculik.  Nel marzo 1942 la Slovacchia  cominciò a deportare gli ebrei nei campi di sterminio polacchi. Questa famiglia che senti l’identità ebraica solo con la persecuzione e che parlava tedesco tra le mura domestiche, fu deportata il 6 giugno 1942. Nell’ultimo scritto del diario  leggiamo " Avrei voluto che andare con Esti, che è debole e non ce la fa a sostenersi. Kitty è forte per la sua età ma uno vorrebbe poter fare qualcosa per aiutare una bambina in una situazione del genere”. Kitty ed i suoi familiari persero la vita.
Si tratta di due diari che furono ben nascosti durante la Guerra. Chi li ha ritrovati li ha restituiti  alla sorella di Bela,Malvine Pollak. La famiglia  Weichherz  aveva  8 figli Hugo, Martin, Bela, Gyula, Ninka, Josephine, Lotti e Malvine. In seguito i  diari  furono dati a Gertruda Sternlichtova, figlia di Malvine Pollak  che negli anni ottanta li ha dati alla propria figlia Judith Landshut.
Bela racconta di una Kitty dalla personalità complessa, ne narra virtù e vizi. La bambina molto intelligente e perspicace è molto generosa ma risponde pure per le rime se richiamata. Spesso  è ammalata.  Nel 1936  sa già scrivere, contare e dire l’ora  ma spesso viene punita anche con sculacciate quando dice bugie. I due diari contengono disegni della bambina, I suoi primi tentativi di scrittura e circa 250 fotografie che illustrano i momenti significativi della vita della bambina. Lo scopo era un diario di famiglia con album fotografico, certo è che Bela non pensava che decenni più tardi l’intimità familiare potesse essere pubblica.
La storia di un’infanzia slovacca all’ombra dell’olocausto  vista attraverso gli occhi di un padre è stata pubblicata in tedesco e poi tradotta in inglese. Inoltre  c'è una mostra itinerante in otto pannelli che aiuta a  NON DIMENTICARE.


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