lunedì 20 aprile 2009

m.5-3-1983

La nonna faceva il caffè alla turca
ogni mattina e d’estate la granita.
Poi arrivava puntuale il garzone
di Venuti con brioches e panna.
Nelle sere d’inverno quando si era in tanti
tornava con gli enormi piemontesi
merenda per rendere felici noi nipoti.

Passi stanchi e lacrime tacite di sofferenza
serbai tra i piatti di plastica Guzzini coi gabbiani
comprati con il regalo della laurea buoni per
me Teaching Assistant in quel di Chapel Hill.

Nonna, avevo sempre tanto da narrare,
dei compagni di scuola, della Stanhome,
delle conchiglie… tu avevi sempre da ascoltare.
Ascoltasti tutta la vita, tra le macerie del 1908
padre e madre, poi suoceri, marito, figli, generi
nuore, nipoti e pronipoti, e pure Snoopy, il vecchio
barboncino principe morto dopo il tuo decesso.

Nonna quanto parlavo,
avevo sempre tanto da dirti o da ridire,
così il postino consegnò una mia missiva
proprio durante il tuo funerale.
Chissà quanto avrai riso dalla bara
mentre l’una e l’altra nuora litigavano.

Tutti parlavano e tu quasi mai:
ascoltasti tutta la tua vita.
credo che muta rimanessi pure
quando mettevi al mondo un figlio.
Facesti solo un viaggio a Roma
e il nonno crociere e viaggi a non finire.

Non uscivi mai di casa.
Bastava una telefonata ed ecco là la spesa.
Puntuali ogni mattina arrivavano i Renzo
coi giornali. Dopo lo spazzino arrivava Laganà
col pane Roma, caldo e profumato.
Il garzone Centorrino mandava con la spesa e
Michelina la frutta e la verdura con il figlio.
Peppino ci portava poi le medicine, carne e pesce.

Tu facevi l’uncinetto, leggevi e cucinavi.
C’erano le piante da innaffiare e i tuoi gerani
colorati e belli facevano finta di danzare
con noi la sera con le serrande serrate
temendo che i preti salesiani potessero guardarci.

Un sorso d’amaretto non ti dispiaceva
e poi quando scioglievi lo chignon
io spegnevo l’abat-jour ed era “Buona notte”.
Le Las Vegas, gomme alla fragola o alla menta
compravi a dozzine e là, dal tuo comò, poi
si servivano Angelo e Saverio, Eliana, Andrea,
Roberta e anche noi più grandi attenti al
dodici vincente un’altra bubble gum.

Nonna non sai quanto ho da dirti ancora,
i posti che tu hai sognato io li ho visitati
e l’erba e la neve ho calpestato, e il treno e
l’aereo mi han fatto andare. Nonna ho
ancora tanto da raccontarti. Solo io ho
tra i nipoti i ricordi più belli e quelle tue
poche parole …. Nonna ho ancora tanto
da raccontarti…. Ho l’uncinetto tuo e la
coperta che abbiamo fatto insieme…

Nonna, ho le tue foto… usai l’autoscatto ricordi?
….nonna, ci sei ancora ad ascoltarmi?
ho ancora tanto da raccontarti.

Nonna, grazie per essere nata
ed avermi dato la mamma.

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