lunedì 20 aprile 2009

Casa Pitkin



Amhesrt, casa Pitkin
ospiti di Nancy,
a quella festa in nero
(e c’erano anche i miei studenti)
in fondo all’antica scala in legno
si aprì una porticina.

Nella sala gremita e semibuia
con quel camino spento
mi chiedesti “Quello è tuo marito?”
“Ma scherza” io risposi
“ per l’amore non ho tempo”.
Apple cider e cranberry juice*
brillavano nei calici di plastica
tanta la polvere sui mobili
e accatastati i piatti nel lavabo
ma là l’amore ci prese sottobraccio.

Spariva Amherst e solo noi
scaldati da rivoli di lava
vedemmo la costa amalfitana
Noto barocca distrutta dalle frane
tutti i terremoti italici
calanchi e torri saracene
e muta brillava la luna
cristallizzando sogni
nei fiocchi di neve
leggeri sotto il portico.










*Apple cider è il sidro di mele
cranberry juice è succo di un tipico frutto autunnale, un frutto di bosco amarognolo e dissetante

Casa Pitkin, una delle case più antiche della cittadina universitaria, era l’abitazione del famoso antropologo Donald Pitkin, allora docente ad Amherst College, che amava circondarsi d’italianitudine animando una riuscitissima tavola rotonda settimanale. Nancy, una studentessa del Dipartimento di Francese e Italiano e Presidente dell’Italian Club abitava in quella casa durante l’assenza del Professor Pitkin. Quel giorno un Italiano, di nome Carlo, venne nel mio ufficio all’Università e poiché era arrivato da qualche giorno lo invitai a quella festa, dove conobbi David Alexander, incontro che avrebbe stravolto la nostra vita.









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