venerdì 27 gennaio 2012

Oltre la poesia

All’improvviso hai inciampato nelle scale
ti sei appoggiato alla ringhiera
e hai messo un punto e virgola sbagliato
sul foglio della vita o forse aveva già deciso
Dio l’Onnipotente. Lui non mette nulla a caso!!

Ora il punto e virgola è una lacrima pietrificata
che non può fermare il vento di chamal
in questo freddo inverno e lei pensa
che domani è triste più dell’oggi
che il cielo non sarà più azzurro
che il vento del dolore ha spazzato la felicità.

Ora sono qui a cercare un alessandrino
per tenere in lontananza tenebre e tristezza
perché ho la certezza che all’ombra di gialli
bouganvillae a nascondino giocherai
col piccolo che da questa ferita gioia porterà.

martedì 24 gennaio 2012

Giornata della Memoria 2012

In occasione del Giorno della Memoria presso l'Istituto Comprensivo Manzoni-Dina e Clarenza di Messina si sono tenuti oggi Giovedi 26 Gennaio 2012 due incontri per alunni delle nostre classi. L'argomento della presentazione; "Vocabolario della Memoria per ricordare l'eco del Silenzio" Dalle 10.15 alle 12.30 nell'Auditorium del plesso Manzoni la Professoressa Teresa Lazzaro ha discusso con gli alunni le parole più importanti connesse all'Olocausto ed ha parlato anche di Nino Marchetti, un Gentiluomo tra i Giusti che salvò nel mare Egeo 15 ebrei. Il Vocabolario è prodotto in Power POINT con sottofondo di musiche appropriate. E' un DVD che sarà presentato il 27 Gennaio 2012 presso altri Istituti Messinesi da altri docenti alla presenza e non dell'autrice. Chi volesse utilizzarlo può farne richiesta

venerdì 13 gennaio 2012

poesie sparse

Il caffè di nonna Angela

La nonna faceva il caffè alla turca ogni mattina
e l’odore del caffè “Illy” o “Barbera” svegliava
i miei pensieri adolescenti e pronta aprivo
il Flora o il Donadoni che più di Sapegno
e Petronio mi erano simpatici.

Poi aspettavo con pazienza che il caffè si
“ricettasse” per fare colazione appena i
Renzo portavano i giornali puntuali
alle sette insieme a Laganà col pane fresco.

Il caffè solo ai diciottenni! A malincuore ubbidendo
mi inebriavo solo con l’aroma. La moka si usava
per il pranzo ma era la donna di servizio a prepararla!

Il bricco della nonna, lucido all’esterno
quando il caffè bolliva lasciava dei rigagnoli
belli e perfetti così sognavo di essere maggiorenne!

Compro anch’io l’Illy caffè o il Barbera
ma il bricco della nonna non c’è più
la mia moka è elettrica
in pochi minuti esce un buon caffè
e non c’è tempo per sognare.
Suona alle quattro la mia sveglia
quando vado a scuola ed il caffè
lo bevo in fretta e furia ma ricordo
sempre il caffè alla turca della nonna
quando prendo la granita al “Bar Venuti”

Quand’ero piccola il garzone portava
a casa solo panna e brioches
la nonna preparava la granita e per noi era festa.
Con il passar degli anni meno panna e più caffè.

Il bar Venuti ora è rinnovato
servono sempre l’Illy caffè
ci sono i tavolini fuori e s’incontra
sempre gente trendy.




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In memoria di un medico

Odora di polvere e di ansia agitata
di paura e angoscia l’ultimo afflato.
Dicono che ti sei impiccato
ma non ci posso credere!

Passano i giorni e mi dicono
che eri vittima degli usurai
che i tuoi volevano aiutarti
ma non ci posso credere!

Lorenzo perché hai sfasciato tutto?
nell’ora della dimenticanza e dell’oblio
di una notte avventurosa oltre la vita
senza vita nella giostra della solitudine
eri pentito dei tuoi sbagli ma non sapevi
cosa fare e l’orgoglio ti ha schiacciato.

Qualche ora prima tra una ricetta
e l’altra mi chiedesti d’essere ascoltato.
Ti dissi che non eri solo “Dio ti sta tenendo
in braccio, abbi coraggio, chiamala”
Leggesti la poesia per Mario e poi
in un impeto di getto provasti a mettere
giù le tue emozioni parole perle coriandoli
amari e così chiedevi a tutti aiuto!


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Camminiamo insieme nella magica notte
incantata di Zingaro tra le Ofridi gialle
e vibra la musica nell’anima
nella notte afosa di chamal
e le tue mani calde stringono le mie
quando sotto la palma nana il desiderio
erompe nell’ora di Morfeo che agita
il sonno e fa smaniare vecchi e bambini.

Sulla pagina del mare vaporoso
come di champagne una zanzara tigre
trascina la sua vita travolta da un ramo
di eucalyptus e nella notte avventurosa
afferri la mia anima quando gli aghi di pino
marino sono solletico ai piedi.


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Nuvole allungate appiattite profonde
contro il cielo che si spegne
quando le parole di piombo
sono legame doloroso
d’un tempo antico
di pioggia stillante
e i blue-jay cantano piano
negli alberi vuoti
e tentano voli rotondi nell’aria.

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Ad uno studente

Odora di mandorlo e mimosa
l’ora del mattino
quando passano i giovani
e sono tanti nel quadrangolo
dell’università.

Parlano calabro quei piedi stanchi
che cercano riparo dal vento di scirocco
sotto il sole già di primavera.
avvolto dalla solitudine
lacrime di cristallo tagliente
si conficcano nel tuo cuore
e lasciano sangue ovunque
le tue ferite d’amore.

Non capivi la lingua del ballo
e l’hai perduta per sempre.
nella morsa del ghiaccio demoniaco
vuoi ancora rivederla
ma è tornata in Brasile.
Ballano le immagini
quando al buio apro la finestra
è Ulisse legato all’albero maestro
stregato dal canto delle sirene
che muore dalla voglia
di raggiungere le onde
per strappare dal fondo
coralli e madreperle.

Legato all’albero maestro
sente lo schiaffo nero del vento
e il canto che lo vuole al fondo
ma i nodi stringono e assanguano
e forte cresce il desiderio
quando la luna nella notte è rossa di passione.

Si calma il vento di chamal
ma sbuffa ansimando il mare
nero e spumeggianti onde cercano alti destini
si innalzano precipitano senza sapere dove andare.
La notte afferra così la mia voglia
di squarciare la luna
per entrare nell’oceano della vita.
Paura è libertà tradita
dal vibrare senza pietà
di polvere schioccante
ma un bimbo parla ancora di speranza.

Spera non di mangiare
ma di svegliarsi da un incubo
dal buio di quest’ora che affonda
un serpente tra i piedi.

Sogna di accarezzare un giglio
bianco su un prato
e correre dove
il sole immollica l’aria dorata
e il pane vivo per l’uomo restituito
sotto cenere nera di luna
e sciogliere il suo crudo dolore
con succo di viti tedesche
fiorite con morbidi sforzi
senza singhiozzi o fiamme violente.

Da Immagini di morte

(m.9- 10-1988)

Nell’ora dei fantasmi
quando l’alba trabocca
da ogni riva
e
i pescatori
ripetono i tuoi gesti
acuto e chiaro
è il tuo ricordo.

Ci affacciamo al balcone
e più e più volte
eccoti passare con la barca.
Pensiamo alle tue notti
senza sogni
ma rimane nei nostri cuori
quel vecchio ritornello
“un tonno, un tonno
l’ha preso! L’ha preso!

La luce che ti avvolge

Apri gli occhi spenti
di chi e’ abbagliato dalla luce
dalla sabbia
dalle infezioni oftalmiche.
E fa che cieco non sia guida di ciechi.

Ezechia sovrano giusto
ha portato l’acqua alla piscina
di Siloè e cosi’ ora Lui
ti manda alla piscina
e per te
ha impastato fango e saliva.

Gli occhi ti si aprono
e i volti familiari puoi vedere.
La luce che ti avvolge
apre gli occhi del cuore
credi e ti prostri:
ecco il tuo Battesimo.

poesie sparse

Perugia

Porta Sole
e quelle mura etrusche
macerano
stritolano
accartocciano
neve sogni foglie.
Il pesco è già in fiore
ma la mimosa è appassita?



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Parola
investigazione
dell’essere:
sogno
sognato
sognando
paradigma
perduto
disperso
irraggiungibile.














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Il buco dell’ozono si allarga
un reticolo di striature e nodi
si addensa nello smog
circuendo un’intera città.
Qui il mare si abbassa
e soffocando pini e palme
mi chiedono quel succo di gioia
che altri mi hanno assorbito













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A Carol
In memoriam

La luna col suo disco argentato
ha tramato un assalto spietato
è esploso tra le fiamme il dolore
e il cielo ha cambiato per sempre colore
in diretta le torri crollavano
come castelli di sabbia
e innocente moriva
chi via d’uscita cercava
chi lavorava
chi camminava per strada o scendeva le scale
quando tranquilla profumate lenzuola stiravo.

Il mio cuore ha cessato di battere
e le lacrime hanno bagnato il vestito.
Il terrorismo globale è agghiacciante.

Dove sei Carol?
Con gli altri sotto le macerie!
Ed io mi rivedo con te
all’uscita del 64mo piano.
C’era il tuo ufficio di broker.
E felice mostravi le foto,
3000, del tuo viaggio in Cina.
Era il 16 Maggio 1981.

Dove sei Carol?
Sei in Cielo con gli altri
dove non c’è né tempo né spazio
né ferite e dolore ma luce d’amore.

Hanno pianto tutte le stelle
il vento ha sputato rondelle
di cenere e sangue e ora foto e lumini
neanche una bara per il funerale.

Se mi senti e se puoi
ferma le mani violente
accendi il sorriso dove c’è odio.






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Canto d’amore a Panarea III

II
Odora di capperi e gelatine di frutta
il ricordo dei giorni di scuola
quando i gabbiani volano alti nel cielo
e le sinfonie di Beethoven
impregnano l’aria di sogni
fermi sulle pagine bianche.

Ricerchiamo la rete per una telefonata
e le parole non dette di un sms
allietano la giornata
felicità e pace accompagnano il vento di chamal
e la gioia piena ci riunisce
quando densi vapori mescolano
le acque color champagne
nella calura di mezzogiorno alle Eolie
si dipana la matassa dell’amore.


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Canto d’amore a Panarea III

I
Odora di nespole e di salvia
di mandorlo e prezzemolo
di rose e di limoni
l’aria alla casa dell’Ancora.

Qui tra le amate pareti
nel parco stupendo tra le rocce
dove mare e cielo sono incanto blu
la nona di Beethoven riempie ogni angolo
di gioia e amore felicità e pace.
E mi sembra di vederti arrivare
mentre il camino è acceso.

Lisca Bianca è ferita ma più imponente
erosa dal vento, dalla pioggia e dal moto
anomalo che l’ha sbiancata.
I gabbiani giocano con le onde frizzanti
di champagne ed i colori del tramonto
entrano nella regione della memoria
scolpita dalla penna del poeta.
Allo Zingaro


Sono a casa a scrivere
memorando un viaggio del passato
e sono nuovamente a Zingaro
circondata da anfratti di candido calcare.

In questa terra magica dove la coturnice
non si può cacciare e turchese è il mare
l’aspra accidentata terra odora di carrubo
quando la luna è alta accanto al sole
e dal sentiero le orchidee vanigliate
profumano già di paradiso insieme alla ginestra.

Volteggia la coppia di gabbiani
a pelo d’acqua limpida
e all’ombra delle palme nane
la mia mano chiedi e brilla il rubino
come la cresta dell’upupa
e mi gira la testa e mi pare di svenire
seguendo il cammino del sole
di Helioscopia euforbia.

In questo labirinto di fruscii e di suoni
il vento dolce è melodioso nell’ora
dell’infuocata amanza irreale retablo
delle meraviglie e non penso un momento
che intenso e risplendente
l’amore si corrompe e muore
come neve bianca nel fango.


La Riserva dello Zingaro, splendida ed assolutamente incontaminata costa si affaccia sul Golfo di Castellammare. Una catena di montagne e piccole calette e suggestivi strapiombi sul mare fanno da magnifica cornice. Oltre alla grande ricchezza di piante rare ed endemiche, nello Zingaro ci sono nicchie ecologiche dove si riproducono almeno 39 specie di uccelli.

mercoledì 11 gennaio 2012

In ricordo di Luciano Micali

Oggi sono stata al funerale di un giovane amico che ho frequentato poco ma che mi era caro come un figlio. Quanta sofferenza nel sapere che se n'è andato in Cielo prima che potessimo fare la nostra cena per festeggiare il bimbo che aspettava dalla sua dolce compagna che considero una figlia. Comprensibile il mio sgomento ma mi sono fatta forza ed ho pregato coi misteri dolorosi. Lo Spirito Santo mi ha dato tanta forza e ho chiesto il dono della fede per la mia piccola Eliana. Questo dolore non ci voleva. Non è giusto che un bimbo nasca senza che il papà possa stringerlo fra le braccia e senza aver potuto neanche sentire scalciare nella pancia della mamma. La nostra fragile umanità ci spinge ad urlare e chiedere a Dio PERCHE'. I nostri progetti non sono però quelli che Dio ha stabilito per noi e allora non resta che pregare per Eliana e per il mio nipotino che possano sempre sentire accanto la presenza di Luciano. E mi sovvengono solo le parole di Sant'Agostino:



Se mi ami non piangere!
Se tu conoscessi il mistero immenso del cielo dove ora vivo,
se tu potessi vedere e sentire quello che io vedo e sento
in questi orizzonti senza fine,
e in questa luce che tutto investe e penetra,
tu non piangeresti se mi ami.
Qui si è ormai assorbiti dall’incanto di Dio,
dalle sue espressioni di infinità bontà e dai riflessi della sua sconfinata bellezza.
Le cose di un tempo sono così piccole e fuggevoli
al confronto.Mi è rimasto l’affetto per te:
una tenerezza che non ho mai conosciuto.
Sono felice di averti incontrato nel tempo,
anche se tutto era allora così fugace e limitato.
Ora l’amore che mi stringe profondamente a te,
è gioia pura e senza tramonto.
Mentre io vivo nella serena ed esaltante attesa del tuo arrivo tra noi,
tu pensami così!
Nelle tue battaglie,
nei tuoi momenti di sconforto e di solitudine,
pensa a questa meravigliosa casa,
dove non esiste la morte, dove ci disseteremo insieme,
nel trasporto più intenso alla fonte inesauribile dell’amore e della felicità.
Non piangere più, se veramente mi ami!