venerdì 13 gennaio 2012

Allo Zingaro


Sono a casa a scrivere
memorando un viaggio del passato
e sono nuovamente a Zingaro
circondata da anfratti di candido calcare.

In questa terra magica dove la coturnice
non si può cacciare e turchese è il mare
l’aspra accidentata terra odora di carrubo
quando la luna è alta accanto al sole
e dal sentiero le orchidee vanigliate
profumano già di paradiso insieme alla ginestra.

Volteggia la coppia di gabbiani
a pelo d’acqua limpida
e all’ombra delle palme nane
la mia mano chiedi e brilla il rubino
come la cresta dell’upupa
e mi gira la testa e mi pare di svenire
seguendo il cammino del sole
di Helioscopia euforbia.

In questo labirinto di fruscii e di suoni
il vento dolce è melodioso nell’ora
dell’infuocata amanza irreale retablo
delle meraviglie e non penso un momento
che intenso e risplendente
l’amore si corrompe e muore
come neve bianca nel fango.


La Riserva dello Zingaro, splendida ed assolutamente incontaminata costa si affaccia sul Golfo di Castellammare. Una catena di montagne e piccole calette e suggestivi strapiombi sul mare fanno da magnifica cornice. Oltre alla grande ricchezza di piante rare ed endemiche, nello Zingaro ci sono nicchie ecologiche dove si riproducono almeno 39 specie di uccelli.

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