Lemiux Street, La Salle (Montreal)
Pasta e fagioli mi obbligarono a mangiare
la zia con le lentiggini alle gambe e suo marito
nel freddo inverno del ‘68 quando nel Belice
tante furono le vittime del terremoto.
Vestiti e sciarpe di lana calda faceva la mamma
con la maglia che ci portava Tina.
Fu un inverno freddo freddo, tanta la neve
buona da mangiare fresca e quando lenta
cadeva era come vivere in “Pattini d’argento”.
Parlavo francese coi vicini e pattinavo sulla pista di
ghiaccio fatta nella backyard dal grosso poliziotto.
Le sciarpe gelate per il freddo sembravano armi taglienti
pungeva anche il muco nel naso e i gioiosi pomeriggi
veloci poi finivano con biscotti al marshmellow
arrostiti nel caminetto scoppiettante.
Quante asciugamani in regalo col sapone
per la lavatrice! Sono ancora nuove nel baule
dei ricordi buoni. Pessimo il ricordo invece
della prof di francese.Murielle St Pierre.
Chissà perché è l’unica prof di cui ricordo
ancora il nome per intero. Era brutta e goffa
con gli occhialini neri e il golf viola prugnato.
Mi diede “zerò” in francese, il primo giorno
di scuola ed avevo ancora il jetlag dopo il
lungo viaggio dall’Australia in Canada via Fiji e Hawaii!
Del Natale del 67 mi resta oggi
solo una poesia e nulla più.
Andavo a scuola anch’io col bus giallo
con le scritte nere, proprio come nei film americani.
A San Valentino i compagni mi riempiron di biglietti
io non li ricambiai e cosi mi tolsero il saluto
per me San Valentino era la festa
degli innamorati e non per noi bambini!
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