Sono solo corpi quelli che qui s’aggirano
hanno perduto l’anima,
nomi del registro dello scribacchino,
carcerati: uomini, ragazzi, donne,
gli occhi fissi nel vuoto
in briciole lo sguardo spento
lunghe ore nel fosso buio,
soffocati, schiacciati, picchiati alla cieca.
Gemiti e tormenti, pazzia, terrore,
some calpestate si muovono carponi...
Le orecchie come strappate al corpo
non possono più ascoltare.
E’ finita la loro vita
manca la forza per ribellarsi!
La sveglia spacca i cuori stridendo.
Fatica e ancor fatica devastante
Strappati al colore dell’umanità
rigidamente tatuati marcati
come bestie da macello e aspettano il becchino
e nel recinto fetore puzzolento.
Paura, orrore nel volto
e di notte, lo sparo atterra un altro…
e nessuno ha visto l’uomo
e lui senza lamenti in mezzo a loro
trascina la nuda croce verso il calvario.
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