C’era
una volta il diario. A volte un papà ne teneva uno per scrivere tutto quello che
riguardava la figlioletta. Nel diario, scritto in bella calligrafia, di solito egli riportava tutto quello che d’importante
riguardasse la bambina. Un tale padre fu Bela Weichherz. Anzi le sue premure di padre iniziarono con i
primi sintomi della gravidanza della moglie nel marzo del 1929 e durarono otto settimane. Rappresentante per la Philips, lui e la moglie
Esti vivevano a Bratislava mente la famiglia
abitava a Cadca. Il primo
dicembre 1929 nacque Kitty e, Bela Weichherz dalla nascita alla deportazione della
bambina tenne un diario. La piccola imparò
quattro lingue, Tedesco, Slovacco, Ungherese e Ceco. Con l’occupazione
tedesca, una città come Bratislava fu colpita da propaganda anti-semita. La
piccola Kitty dovette abbandonare la scuola pubblica per frequentarne una per Ebrei.
Quando la Slovacchia fu occupata Bela
perse il lavoro e dovette ritornare a Cadca e nella città dei nonni paterni
Kitty continuò gli studi, ovviamente in una scuola ebraica. Nel 1941 anche gli ebrei di
quella zona furono arrestati e Bela fu
mandato ai lavori forzati. Ebbe la possibilità di ottenere un permesso
di lavoro per la compagnia Rudolf Vaculik. Nel marzo 1942 la Slovacchia cominciò a deportare gli ebrei nei campi di
sterminio polacchi. Questa famiglia che senti l’identità ebraica solo con la
persecuzione e che parlava tedesco tra le mura domestiche, fu deportata il 6
giugno 1942. Nell’ultimo scritto del diario leggiamo " Avrei voluto che andare con
Esti, che è debole e non ce la fa a sostenersi. Kitty è forte per la sua età ma
uno vorrebbe poter fare qualcosa per aiutare una bambina in una situazione del
genere”. Kitty ed i suoi familiari persero la
vita.
Si tratta di due diari che furono ben nascosti durante
la Guerra. Chi li ha ritrovati li ha restituiti
alla sorella di Bela,Malvine Pollak. La famiglia Weichherz
aveva 8 figli Hugo, Martin, Bela,
Gyula, Ninka, Josephine, Lotti e Malvine. In seguito i diari furono dati a Gertruda Sternlichtova, figlia
di Malvine Pollak che negli anni ottanta
li ha dati alla propria figlia Judith Landshut.Bela racconta di una Kitty dalla personalità complessa, ne narra virtù e vizi. La bambina molto intelligente e perspicace è molto generosa ma risponde pure per le rime se richiamata. Spesso è ammalata. Nel 1936 sa già scrivere, contare e dire l’ora ma spesso viene punita anche con sculacciate quando dice bugie. I due diari contengono disegni della bambina, I suoi primi tentativi di scrittura e circa 250 fotografie che illustrano i momenti significativi della vita della bambina. Lo scopo era un diario di famiglia con album fotografico, certo è che Bela non pensava che decenni più tardi l’intimità familiare potesse essere pubblica.
La storia di un’infanzia slovacca all’ombra dell’olocausto vista attraverso gli occhi di un padre è stata pubblicata in tedesco e poi tradotta in inglese. Inoltre c'è una mostra itinerante in otto pannelli che aiuta a NON DIMENTICARE.
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