Carissimi tutti è Natale e nel periodo degli sms in cui tutti vanno di corsa ed hanno perso il senso dello stupore e della meraviglia perché è difficile fare pause, ho pensato di farvi i miei più cari auguri con una lettera, oggetto ormai estinto dall’avvento del virtuale. Per qualche anno a scuola ho fatto fare la festa del biglietto e del tè appropriandomi e variando una tradizione maltese che si chiama “festa del vino”: bellissimo scambiare i biglietti accompagnati da un bicchiere di tè ringraziando Gesù per la presenza gli uni degli altri … ma quest’anno non è stato possibile.
E’ un modo bellissimo di fare comunione perché non bisogna dare tutto per scontato e sarei felice se quest’idea vi contaminasse per intraprendere nelle vostre famiglie questa tradizione, magari cambiando la bevanda!
Che cosa è Natale se nel silenzio del cuore non percepiamo le vibrazioni e la gioia di sapere che Dio si è fatto carne umiliandosi a nascere in condizioni così umili? E’ Natale se pensiamo a chi è solo e riusciamo a fare una telefonata a chi ci ha ferito o deluso. Io ho trascorso il Natale dell’80 e dell’86 completamente sola ma il mio cuore era comunque nella gioia.. Il primo a causa della tempesta di neve che ha impedito al mio gruppo di amici di stare insieme dopo che a casa del mio amico carissimo Giacomo Striuli avevo preparato per giorni il nostro cenone con panettone e ravioli al prosciutto crudo fatti in casa. Tutto perché cercai quell’anno ma anche successivamente di non fare separare lui dalla moglie e dalla piccola Melissa. Il secondo perché rinunciai al matrimonio che avrebbe dovuto celebrarsi dopo due giorni! E come ricordo di aver pianto a dirotto a Messa senza che nessuno si avvicinasse a me! Quel giorno però chiamai i miei in Italia almeno venti volte!!!E mi sembrava di essere a casa con tutti!
Questo Natale ho invitato una coppia di zingari rumeni che cercano l’elemosina davanti la parrocchia di San Gabriele. Ho preparato per loro capesante in conchiglia di sfoglia, la mia famosa pasta fresca on gamberi e zucchine e pesto di pistacchio, tacchino in crosta e panettone farcito con crema inglese e fragoline di bosco freschissime! La tovaglia d’organza ricamata, cristalli e porcellana scintillante, candele accese e al centro nella mia scintillante teca c’era il Re dei Re per la mamma perché ho pensato che non ci fosse cosa più bella che fare un momento di preghiera uniti nell’AMORE e poi ringraziarLo insieme. E loro che han fatto? Prima cosa mi hanno detto che alle due avevano un appuntamento con gente che partiva per la Romania. E poi non hanno toccato cibo perché avevano preso il caffè e un cornetto! Cosi ho mangiato solo un’arancia mentre la mamma che si era trovata inaspettatamente degli ospiti era sbalordita. Possibile che qualcuno che abbia fame e sia lontano da casa non mangi per timidezza? A trent’anni e con due figli? Stento a crederci. Comunque ho dato loro quanto avevo cucinato e li ho accompagnati presso il rudere dove alloggiano senza’acqua e senza luce! Non ho dato loro soldi perché chiedere l’elemosina non si può considerare un lavoro, e poi avevo dato loro venti euro il giorno del mio compleanno! Un grembiule per lei, un pantalone a lui e una bellissima coperta fatta ad uncinetto da me durante una convalescenza erano un bellissimo regalo.
Nella riflessione successiva ho pensato che per l’umiliazione provata sono stata io a nascere nella stalla come Gesù. La stella cometa ho così portato da me, Giuliana e Antonella, Piggio e Gabriele, Gianni e Maria Celeste!
E tornano sempre in mente le parole di papà Ogni giorno è Pasqua e ogni giorno è Natale se Gesù è nel tuo cuore. E così non posso che sentirmi privilegiata!
E’ Natale quando sentiamo il fresco profumo del sorriso e l’abbraccio di un bambino.
E’ Natale quando ci accorgiamo che qualcuno soffre e gli stiamo vicino invece di far finta di niente.
E’ Natale quando ascoltiamo qualcuno quando invece vorremo essere altrove.
E’ Natale quando rinunciamo a qualcosa necessaria per offrirlo all’altro.
E’ Natale quando rinunciamo all’egoismo per fare qualcosa con l’altro.
E’ Natale quando chiediamo perdono e doniamo la pace per primi costruendo un ponte con l’altro anziché un muro.
E’ Natale se schiacciamo il nostro orgoglio e stringiamo la mano a chi ci ha fatto del male e sentiamo la gioia traboccare dal cuore.
E’ Natale quando Gesù si fa presente negli altri attraverso di noi che ci siamo arricchiti della Sua presenza nel nostro cuore con il Pane Vivo.
E’ Natale quando penso che tutte le persone siano un dono prezioso che Gesù ha voluto mettere nel cammino della mia vita. E così voglio dare il affettuoso abbraccio soprattutto a chi ha bisogno di essere consolato se sta affrontando tribolazioni o deve fare i conti con tante amarezze o ferite.
Per anni ho desiderato riavere l’albero di Natale della mia infanzia che arrivava al soffitto e profumava di pino fresco, di datteri e formaggio con la buccia rossa che il nonno comprava da Borgia, una nota salumeria della Via di Mille. Un albero scintillante e se qualche pallina veniva urtata si frantumava, mamma e nonna la sostituivano subito. L’enorme baule di latta rosso con tante decorazioni natalizie è finito nella pattumiera solo poco tempo fa e nonostante fosse arrugginito aveva sempre il profumo della gioia che ha accompagnato la mia infanzia.
Quest’anno il mio albero bianco e rosso con tanti angeli e presepi è bellissimo ma oggi per me è Natale se posso leggere negli altri la gioia di essere dono e perché quell’albero di Natale sono quelli su cui brilla la stella di Gesù.
Che la benedizione della Notte Santa rimanga con tutti riversandoi la gioia, la pace e la comunione di cui ognuno ha bisogno.
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