mercoledì 26 ottobre 2011

Alexander Alan Milne

Il London Evening News è un quotidiano che nasce il 14 agosto 1855 ma se gli inglesi ne parlano si riferiscono al giornale pubblicato dal 1881 al 1980 quando diventa Evening Standard. Fu in questo quotidiano che il giorno di Natale del 1925 apparve un racconto che diverrà qualche mese dopo il primo capitolo di un libro per bambini. Il padre di Winnie nasce a Londrail 18 gennaio 1882 e muore il 31 gennaio 1956. Scrittore, poeta ma soprattutto commediografo Alan Alexander Milne comincia a scrivere sul Granta, rivista letteraria del’Università di Cambridge che ha dato spazio agli esordi letterari di molti. Combattente della I e della II guerra mondiale acquista una casa in campagna, Crotchford Farm, che nel 1969 è teatro della tragica fine di Brian Jones, chitarrista dei Rolling Stones. La moglie Dorothy gli da un solo figlio Christopher Robin nel 1920. Il bambino ed i suoi animali di peluche ispirano i due libri che tanta fama danno a Milne. L’orsacchiotto si chiama Edward ma il bambino gli cambia nome quando la mascotte canadese della I guerra mondiale, un orso nero di nome Winnipeg viene donato allo zoo di Londra. Pooh è invece un cigno che appare in un opera precedente di Milne, When we were Young. Tutti i peluche appartenuti a Christoper, ricevuti tra il 1920 e il 1928 sono in mostra permanente alla New York Public Library. Il libro viene illustrato da Shepard, noto illustratore della rivista Punch. Shepard si ispira però a Growler, stupendo peluche del proprio figlio, Graham. Nel secondo volume di Winnie compare Tigger, l’altro importante personaggio.
Oggi Winnie the Pooh senza trattino è un’immagine globale poiché Dorothy Milne, dopo la morte del marito vende i diritti alla Walt Disney Company. I proventi del copyright diventano borse di studio per scrittori emergenti.
Nel 1966 il personaggio diventa animato e grazie ad un accordo con il grande magazzino Sears diventa uno dei pupazzi più venduti.

venerdì 21 ottobre 2011

A tutti i miei cari alunni

Non prender nulla dagli altri
che non possa renderti migliore
e fa che chi da te si allontani abbia
il ricordo del sorriso
e della gioia nei tuoi occhi.
Afferra la bellezza del Silenzio
e spargi intorno tutti i suoi tesori
perché così eliminerai gli affanni
e troverai l’affinità divina
della pura cortesia.
Ciò che devi fare oggi
fallo straordinariamente bene
e non pensare alle nuvole
che in cielo ci saran domani.
Affronta la tribolazione
che ti rende forte e trattieni la speranza
che è dei sogni e con il sacrificio
potrai arrivare alla calma sera
senza sospirare.
Messina 13 Ottobre 2011

giovedì 20 ottobre 2011

Fulva

In una vecchia casa di campagna in legno e mattoni ci abitava una gattina dal pelo fulvo. Si chiamava Fulva e adorava il giardinaggio, così intorno alla casa c’era sempre profumo di fiori: rose, ciclamini, peonie, gigli, violette e pansé.
Un giorno qualcuno, pensando che nel vecchio casolare non ci abitasse nessuno, gettò una vecchia scopa da spazzino che non usava più. Per Fulva trovarla fu come scoprire il calore dei raggi di sole. Si accorse ben presto di non poterne fare a meno:puliva la casa e il giardino e quando non aveva nulla da mangiare poteva volare in città o in montagna e procurarsi qualcosa.
Andare in città la divertiva da matti perché volava molto in alto. Le persone e le case sembravano puntini in movimento. Fulva vide tante cose strane e cominciò a sognare di potersi mettere un giorno al volante di un’automobile bella e lucida e andare ad alta velocità suonando il clacson, musica per le sue morbide orecchie non abituate ai decibel inquinanti.
Fulva raggiungeva il culmine della felicità quando in città mancava l’energia elettrica. Nessuno vedeva nel buio fitto e così lei entrava nella sua gelateria preferita per farsi scorpacciate di gelato che sciogliendosi scorreva a fiumi ed era più squisito al suo palato.
La maionese la mandava in visibilio e se era nei tubetti, prima li spremeva per scrivere dolci paroline e poi si leccava i baffi per settimane! Quando c’erano le fragole e le more la maionese si colorava ed era ancora più gustosa, Non aveva ancora scoperto quella crema marrone che i bambini mangiavano col pane!
Un giorno vicino alla pianta di fragole trovò un grosso topo grigio e una tartaruga. Si preoccupò che le mangiassero i suoi frutti e, presa dall’angoscia, cominciò a singhiozzare. Pianse a dirotto finché non sentì una vocina che la rassicurava. Si calmò e non ebbe più paura del topo ed entrò in casa. Qui con enorme sorpresa trovò un micione dal pelo fulvo. La scopa si mosse ed abbracciò una rosa rampicante …… e vissero tutti felici e contenti.
Novembre 1992